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Oltre la fantascienza: BrainBridge punta a rivoluzionare la medicina con i trapianti di testa

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Hai mai sentito parlare di Neuralink, l’interfaccia neurale di Elon Musk? Bene, questo non è niente. Se il progetto di Musk ti sembrava fantascientifico, quello di Hashem Al-Ghaili è a dir poco surreale, totalmente folle. Stiamo parlando di trapianti di testa e volto completi, resi possibili da intelligenza artificiale e chirurgia robotica.

L’obiettivo? Dare una nuova speranza di vita a persone affette da malattie incurabili come tumori allo stadio terminale, paralisi e patologie neurodegenerative quali Alzheimer e Parkinson.

Al-Ghaili ha presentato BrainBridge, il primo sistema al mondo pensato per i trapianti di testa e volto. Si tratta di un progetto ambizioso che si basa su sofisticati robot guidati da intelligenza artificiale per rimuovere la testa del paziente e riattaccarla a un nuovo corpo donatore. Il sistema poi provvederebbe a riconnettere midollo spinale, nervi e vasi sanguigni, utilizzando adesivi chimici proprietari e polietilenglicole per ricollegare i neuroni recisi.

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“Sono entusiasta di annunciare BrainBridge”, ha dichiarato Al-Ghaili sui social media, “il primo concept di sistema per trapianti di testa che integra robotica avanzata e intelligenza artificiale per eseguire procedure complete di trapianto di testa e volto”.

Tuttavia, la comunità scientifica non ha ancora espresso un parere ufficiale su BrainBridge. Non è la prima volta che si parla di trapianti di testa: il discusso medico italiano Sergio Canavero aveva promesso una simile operazione già nel 2017, finendo però solo per scambiare parti di corpo su cadaveri, come in una versione macabra di “Face/Off“.

Nonostante le evidenti sfide, bisogna riconoscere l’audacia di Al-Ghaili. Il sito web di BrainBridge, ancora scarno di dettagli, specifica che l’azienda si occuperà anche di trapianti di viso e cuoio capelluto per ripristinare funzionalità e migliorare l’aspetto estetico dei pazienti. Inoltre, si sottolinea che BrainBridge è ancora in fase concettuale, quindi non è possibile iscriversi a nessuna lista d’attesa per questo tipo di intervento.

Insomma, BrainBridge è un progetto che divide. Tra fantascienza e speranza, solo il tempo potrà dire se riuscirà davvero a donare una nuova vita ai malati terminali.

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