Parler tornerà presto online e nel frattempo cita in giudizio Amazon
Parler non ci sta e dopo il ban dai server Amazon ha trovato un nuovo servizio hosting su cui ripartire.
Brutte notizie per i dittatori della rete che troveranno un Parler più agguerrito che mai, forte anche del supporto del presidente Trump che, dopo il ban subito da Facebook e Twitter in primis e poi anche da YouTube, vede proprio in Parler il suo punto di forza.
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Secondo il Washington Examiner, Parler è riuscita a registrare il proprio dominio e server con Epik, una società di web hosting Internet nota per il suo lavoro con siti web di destra. Anche un altro social network di destra, il celebre Gab utilizza Epik.
Lo scorso lunedì Amazon dismesso i server cloud a Parler, causando così la disattivazione del sito web e delle rispettive app che nel frattempo erano già state bannate pochi giorni prima dagli store di Apple e Android.
Tutto questo marasma è avvenuto nel momento di massimo splendore di Parler, che grazie al nuovo account aperto proprio dallo stesso Trump, il social network aveva fatto registrare un numero impressionante di nuovi utenti, facendo calare drasticamente le quotazioni di Facebook e Twitter (che tuttavia continuano a precipitare).
Secondo l’hosting Epik, Parler non ha ricevuto un giusto trattamento da parte di Amazon e ha addirittura criticato Facebook e Twitter accusandoli di aver agito contro la libertà di parola.
Ma non è finita qui. Parler ha anche citato in giudizio Amazon per il ruolo svolto nel rendere questo divieto una tattica politicamente motivata. Oltre ad essere anticoncorrenziali, sostengono che Amazon non abbia adottato le stesse drastiche misure contro Twitter per contenuti violenti simili visti sulla piattaforma.
Nella causa, Parler afferma senza il supporto di Amazon, “Parler è finito perché non ha modo di andare online”.
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