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Twitter cambia la sua politica per Russia e Ucraina

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Il social network ha promesso di reprimere la disinformazione e ha sospeso gli annunci pubblicitari in entrambi i paesi per dare priorità alle informazioni critiche.

Twitter ha temporaneamente sospeso la visualizzazione di annunci pubblicitari sulla sua piattaforma in Ucraina e Russia nel tentativo dichiarato di rendere la sicurezza delle persone una priorità nel conflitto militare tra i due paesi. Twitter ha notato che gli annunci pubblicitari potrebbero distrarre gli utenti dalle informazioni critiche.

“Stiamo temporaneamente sospendendo gli annunci pubblicitari in Ucraina e Russia per garantire che le informazioni critiche sulla sicurezza pubblica siano elevate e che gli annunci non ne risentano”, ha dichiarato la società in una dichiarazione venerdì, rivelando di aver anche “messo in pausa alcuni consigli sui Tweet delle persone non segui su Home Timeline per ridurre la diffusione di contenuti offensivi”.

Il social network ha anche annunciato che stava “esaminando in modo proattivo i Tweet per rilevare la manipolazione della piattaforma (o altri comportamenti non autentici)” e stava reprimendo i “media sintetici e manipolati” che forniscono “una rappresentazione falsa o fuorviante” del conflitto in Ucraina.

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Twitter, che ha rivelato che avrebbe abbinato le donazioni dei dipendenti ai rifugiati ucraini, ha anche annunciato che stava “monitorando attivamente account vulnerabili di alto profilo, inclusi giornalisti, attivisti e funzionari e agenzie governative per mitigare qualsiasi tentativo di acquisizione o manipolazione mirata”.

La dichiarazione è stata pubblicata in tre lingue: inglese, russo e ucraino. Il cambiamento nella politica di Twitter arriva quando l’operazione militare russa in Ucraina entra nel suo terzo giorno. Lanciata giovedì dal presidente russo Vladimir Putin su richiesta delle repubbliche del Donbass recentemente riconosciute, l’offensiva ha l’obiettivo dichiarato di “smilitarizzazione” e “denazificazione” dell’Ucraina. 

Putin ha insistito sul fatto che l’azione militare era necessaria per proteggere le persone delle due repubbliche separatiste da ulteriori “aggressioni” ucraine indicando gli 8 anni di lotte intestine tra i separatisti e le forze di Kiev dopo che il Donbass si è separato da Kiev in seguito al colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti nel 2014.

Il Cremlino ha sostenuto che Kiev non era disposta a risolvere il conflitto con le repubbliche di Donetsk e Lugansk attraverso i meccanismi previsti dal 2014 e gli accordi di Minsk del 2015, di cui la Russia era parte, e invece puntava a una riconquista su vasta scala delle aree con la forza. Kiev ha negato questi piani.

Quali risvolti?

La “pandemia” ci ha abituato ad una serie di prese di posizione da parte dei fact-checker alquanto discutibili. Come ricordiamo, lo stesso Donald Trump è stato censurato da tutte le piattaforme sociali in merito alle vicende del Campidoglio del 6 gennaio del 2021. Da allora i social media e il main stream in generale, si è adoperato per “sconfiggere” la disinformazione, conosciuta anche come fake news. Ma siamo davvero sicuri che quella che viene censurata sia disinformazione e non al contrario una “scomoda verità”?

Personalmente, quando sento parlare di lotta alle fake news ma poi vedo e sento tantissime contraddizioni da coloro che si definiscono “i professionisti dell’informazione” beh, qualche dubbio mi viene…

In tanti stiamo riponendo fiducia in TRUTH, il social network lanciato dallo stesso Trump lunedì 21 febbraio che dovrebbe finalmente sconfiggere la contro-controinformazione. In attesa che Truth Social sia disponibile anche per il popolo italiano, restiamo in attesa di qualche buona notizia anche dalle fonti di regime.

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