Come il tracciamento ha influito sulle elezioni USA 2020

Il GPS degli smartphone degli americani avrebbe aiutato a capire quanti elettori avrebbero votato per i DEM

Non è più una novità che i vari social network e tante applicazioni installate sui nostri smartphone, tengano traccia di tutto quello che facciamo sia in rete che in giro per strada. Oltre alla connessione dati c’è anche un altro nemico della nostra privacy, ovvero il GPS. 

La geolocalizzazione è molto utile se dobbiamo utilizzare un navigatore satellitare o per inviare la nostra posizione ad un amico. Diventa però un’arma a doppio taglio quando, per un motivo X, sarebbe meglio non far sapere dove sei. Questo è proprio quello che è successo nel periodo del lockdown dove, a causa delle restrizioni anti Covid-19, il mondo si è ritrovato chiuso in casa, impossibilitato ad uscire di casa. 

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Nonostante le varie e discutibili restrizioni, c’è chi ha avuto il coraggio di uscire comunque, fregandosene dei divieti illegali imposti dai governi. È qui che entrano in gioco nostri amati smartphone, la connessione internet, i social network e il GPS. 

Un video che sembrerebbe realizzato da Bioblu, sta circolando proprio sui social network, sostiene che la violazione delle restrizioni, abbiano avuto una rilevanza importante nel “controllare” i voti delle lezioni USA del 2020.

Arriva dagli Stati Uniti una storia scioccante. Una società di analisi dell’elettorato ha analizzato e controllato i dati GPS di milioni di americani per controllare se nel 2020 erano usciti di casa. Il rispetto o meno delle restrizioni del lockdown, secondo questa agenzia, avrebbe determinato quali elettori potevano essere manipolati per spingerli verso i democratici, perché le persone che rimanevano più a casa si pensava potessero essere propensi a votare, appunto i democratici. E infatti così è stato nel 2020, ha vinto Biden. Chissà se questa agenzia di controllo dell’elettorato, tra l’altro di proprietà dei Rothschild, abbia avuto qualche influenza.

Non so quanto questa notizia sia vera ma di certo non mi stupisce. Da che mondo è mondo, smartphone e social network sono la rovina della nostra ormai defunta privacy.

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