Il futuro è nel mobile (anche a scuola!)
Se sei una persona “vintage” come me, avrai sicuramente pensato a quel mobile in cui i professori chiudevano il registro. Ecco, il mio futuro era là, tra i voti scritti in quelle pagine. Non oggi: il registro cartaceo non esiste più, probabilmente neanche il mobile della classe: il futuro di oggi è nel mobile, parola inglese per intendere il telefono cellulare. Se sei un “perdigiorno” starai pensando che quindi è giusto utilizzare il cellulare durante le lezioni: no, la risposta è ancora no!
Il futuro è nel mobile, anche a scuola, perchè esistono le App e tutti gli italiani che oggi hanno uno smartphone le utilizzano. Le App, diminutivo di applicazioni, sono programmi informatici scaricabili sul telefono che aggiungono nuove funzionalità; alcune sono a pagamento, altre gratuite, ma la cosa bella è che sono migliaia, in grado di soddisfare tutti i gusti e le esigenze e sono ormai diversi anni che la navigazione online su smartphone ha superato quella su PC. Che c’entra il futuro? C’entra tutto! Perché come accadeva in passato con i videogiochi o con i vari programmi sul pc, anche per le App c’è bisogno di qualcuno che dall’oscuro di una stanza illuminata dallo schermo di un computer abbia programmato tutto nel minimo dettaglio: entra in gioco così la figura dello sviluppatore mobile.
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Se sei giovane e vuoi investire sul tuo futuro di programmatore, questo potrebbe essere davvero il tuo settore, infatti, per un over 40 non è semplice – ma attenzione, non impossibile – riconvertirsi al mobile. Abituati a muoversi su ambienti complessi e forse più tradizionali, fanno fatica ad adattarsi a progetti più rapidi dove si utilizzano componenti già sviluppate e open source. Chi è un nativo digitale ha un vantaggio importante in termini di mentalità e attitudine. Magari a 25 anni ha già avuto la sua start up per seguire un progetto personale ed ora si muove come freelance tra Londra e New York. Per le aziende, la sfida è individuare questi giovanissimi di talento, o attivare al proprio interno un percorso di formazione per motivare gli sviluppatori over 40.
Ma come si diventa sviluppatori di App? Una via che in molti percorrono è quella da autodidatta: tra tutorial e free software la rete aiuta tantissimo a fornire gli strumenti per imparare il codice di programmazione e farsi il mestiere. In questo caso l’università sembra in ritardo, perché non fornisce competenze specifiche: tuttavia è in grado di offrire delle solide basi da cui partire per poter proseguire come freelance questa professione. In questo caso è consigliato un titolo di studio in informatica o ingegneria informatica, elettronica o delle comunicazioni, per poi specializzarsi con un master specifico. Una laurea può anche fornire uno sprint giusto per una carriera di successo nel lungo periodo!
Se sei uno di quei giovani che già si muove in Europa sviluppando App, oppure già lavori ma desideri reinventarti in questo settore, la soluzione ai tuoi problemi potrebbe essere quella di prendere una laurea online! Hai paura che la formazione non sia di qualità? Cerca di andare sul sicuro e scegliere la migliore università telematica, che nel 2020 è Unicusano. Sai che è l’ateneo è stato definito un “modello da seguire” durante la Pandemia?
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Passiamo ora alle competenze che è necessario avere per diventare sviluppatore di App. Oltre a conoscere le due piattaforme iOS e Android, è importante approfondire uno o più linguaggi di programmazione, come Java, C++ o SQL. Siccome non basterebbe una vita per conoscerli tutti, il consiglio è sempre quello di specializzarsi diventando il numero uno di specifici linguaggi e poi acquisire esperienza riguardo la visione globale del progetto, per collaborare insieme a grafici, account, project manager e sistemisti.
Per chi riesce a seguire questo percorso come sviluppatore di app, le opportunità di carriera sono notevoli e di conseguenza anche la retribuzione sarà interessante, in Italia e all’estero.
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