Perché così tante app vogliono accedere alle mie telefonate?
Oggi daremo una risposta a quella che è ormai divenuta una delle domande più frequenti che ricevo dai miei lettori
In questi ultimi mesi agli occhi degli utenti non è sfuggita una particolarità: molte applicazioni che non hanno nulla a che vedere con le telefonate, richiedono i permessi per accedervi. Ma per quale motivo? Posso capire i dialer telefonici e le applicazioni come WhatsApp o Telegram ma… perché anche tanti giochi e molte app per lo streaming richiedono l’accesso alle telefonate?
La stessa Wiseplay, una nota app per lo streaming, oltre ai permessi per la geolocalizzazione, richiede anche quelli per “effettuare o ricevere telefonate“.
Mi posso fidare di questi permessi?
“App, che apparentemente non hanno NULLA a che fare con la necessità di accesso. Ad esempio, sono appena andato a DL un’app che trasmette le foto alla mia TV tramite Chromecast …… WTH avrebbe bisogno di accedere alle mie telefonate? Anche il 75% circa dei giochi che volevo DL lo richiedeva”, ha chiesto un utente.
“Le uniche app a cui concederei l’accesso sono in realtà relative al telefono”, aggiunge.
Questi sviluppatori stanno solo oltrepassando i loro confini? C’è qualche motivo per cui hanno bisogno di accedere alle mie telefonate effettive (inclusa l’identità)?
Il più delle volte inoltre, se non si concedono questi permessi, le app che li richiedono, non funzionano correttamente.
Sveliamo l’arcano mistero
Alcune applicazioni devono sapere se il tuo telefono sta per squillare. Molto probabilmente hanno bisogno di salvare lo stato (cioè bloccare ciò che stanno facendo) per quando viene visualizzata la schermata della chiamata in arrivo, oppure devono restituire il controllo audio al sistema operativo. Ma questo è anche quello che può leggere e inviare il tuo IMEI e altre informazioni identificative a un server casuale in Russia o Dio solo sa dove.
Spesso questi numeri univoci sono necessari per il controllo della pirateria o per tenere traccia di te senza utilizzare informazioni personali più sensibili. Il problema è quando gli sviluppatori usano questi numeri per cose come ricordare le tue preferenze per i servizi online o la cronologia delle app. Ricordi il grande spavento dell’app per lo sfondo? Dopo alcune indagini, si è appreso che lo sviluppatore utilizzava l’ID del tuo dispositivo per tenere traccia dei tuoi sfondi preferiti sui suoi server. Apparentemente innocuo, ma non è il modo giusto per gestirlo.
Il mio unico consiglio qui è di essere sicuro di fidarti degli sviluppatori dell’app quando ti vengono richiesti questi permessi. Oppure prenditi un momento per inviargli un’e-mail e chiedere perché hanno bisogno di questa autorizzazione.
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Spesso non riusciamo a comprendere il perché di alcune richieste di permessi ma ciò non significa che gli sviluppatori siano in cattiva fede. Per tutte le app installate da fonti esterne tuttavia, è sempre una buona norma quella di scansionare il file per assicurarti che non ci siano virus o malware (vedi guida).
Non scordarlo mai
Sciolto questo dubbio tutto sommato ci tengo a ribadire un concetto che spesso tende a sfuggirci di mano: se ci tieni alla tua privacy e non vuoi che i tuoi dati personali finiscano chissà dove… non dovresti utilizzare alcun dispositivo connesso ad internet. In altre parole, è praticamente impossibile. Oppure no? 🤔
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