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Dagli USA parte una maxi causa contro Google e Facebook

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Il Texas e altri nove stati muovono un’azione legale contro gli accordi tra i due colossi che ostacolano la concorrenza delle inserzioni

Ormai sembra una barzelletta; Facebook che accusa Apple di bloccare la visualizzazione delle pubblicità su iOS 14, gli USA che accusano Facebook (e Google) di ostacolare la concorrenza delle inserzioni, i Fact-Checkers di Facebook accusati di ricevere finanziamenti da TikTok, Mark Zuckerberg accusato di censura spietata e di avere finanziato la frode elettorale americana, Google, Telegram e Spotify che vanno offline per un’oretta, Facebook e Youtube accusati di complicità nella repressione in Vietnam… francamente non ci capisco più un bel niente. Sto sognando o è tutto vero?

Per saperne di più:

Già questo BananaVirus ha reso le nostre vite una pellicola cinematografica Hollywoodiana ma ora se ci si mettono anche gli attacchi hacker e le accuse tra colossi beh, allora mi siedo sul divano e comincio a ingozzarmi di popcorn 😅.

E se credete che le mie notizie siano frutto della mente di un complottista allora vi sbagliate di grosso; quella che vi riporto in questo articolo è una notizia appena pubblicata dal sito repubblica.it e che potete voi stessi verificare cliccando qui.

ROMA – I procuratori generali del Texas – e di altri nove Stati Usa – hanno deciso di intentare una causa comune contro il colosso del web Google accusando il colosso delle ricerche online di “abusare del suo potere monopolistico” per minare la competizione nel mercato delle pubblicita’ online. In particolare, vogliono mettere sotto accusa gli accordi sottoscritti da Google con Facebook, a partire dal 2018, con i quali sarebbero stati dirottate inserzioni pubblicitarie privilegiando il social di Mark Zuckerberg a discapito della concorrenza.  La nuova offensiva viene due mesi dopo che il dipartimento di Giustizia, affiancato da 11 stati, ha accusato Google di utilizzare la sua rete di contratti e partnership con altre imprese per bloccare la distribuzione dei motori di ricerca rivali.

A dir la verità, Google aveva già avuto un accusa del genere nel 2017 quando l’antitrust lo multo di 2,42 miliardi per aver abusato della posizione dominante sul mercato in quanto motore di ricerca accordando un vantaggio illegale a un altro suo prodotto, il servizio di acquisto comparativo (vedi articolo) e nel 2019 quando la Commissione europea ha inflitto a Google la sanzione-record di 4,3 miliardi di euro per aver sfruttato il suo sistema operativo mobile Android per favorire le proprie applicazioni e bloccare quelle delle aziende rivali (vedi articolo).

Multe che per Google equivalgono a noccioline ma che mettono in luce il suo operato poco consono alle leggi di mercato e al rispetto delle aziende rivali che si vedono costantemente schiacciate dal suo strapotere economico. 

Google è accusato di “condotta anticorrenziale” in quanto usa il suo potere per manipolare il mercato, distruggere la competizione e danneggiare i consumatori. “Non e’ ammissibile che Google abbia di fatto neutralizzato la competizione e si sia auto-incoronata responsabile dell’advertising online”.
Google è stato paragonato a un lanciatore di baseball che al tempo stesso è anche ricevitore e arbitro.

D’altro canto, Facebook aveva sostenuto una tecnologia alternativa che avrebbe indebolito la capacità di Google di canalizzare le transazioni attraverso il proprio mercato facendo del social network un potenziale rivale. Ma Facebook, accusano gli stati, ha lasciato cadere quell’idea dopo che Google le ha offerto “un accesso speciale alle aste” dando al social network un trattamento preferenziale.

Facebook non è indicata come imputata nell’azione legale mentre Google ha definito l’azione legale come del tutto infondata.

Per ulteriori aggiornamenti seguiteci constantemente su guruhitech.com e sui nostri canali social Facebook, Twitter, Instagram e MeWe.

Dite la vostra!

Che ne pensate di questa causa ai danni di Google e Facebook? Fateci sapere cosa ne pensate lasciando un commento nell’apposita sezione che trovate più in basso.

Per altre domande, informazioni o assistenza nel mondo della tecnologia, potete inviare una email all’indirizzo [email protected].

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