Il momento è arrivato: anche Telegram comincia a censurare
Lo abbiamo anticipato in tanti e come previsto ci abbiamo preso: anche su Telegram cala l’ombra della censura che elimina i post dei canali scomodi al regime. La motivazione è sempre la stessa: “istigazione alla violenza”.
Il motore che ha smosso le acque è stato il presidente, ops… l’ex presidente degli Stati Uniti Trump che come ormai saprai, è stato vittima di una censura spietata da parte di tutte le più comuni piattaforme social. Recentemente Facebook ed Instagram hanno riattivato i suoi account ma da allora, moltissimi canali e siti di informazione indipendente hanno subito lo stesso trattamento.
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Dopo la censura spietata di Facebook, Google, Twitter , YouTube e la chiusura forzata di Parler, anche Telegram si vede “costretto” ad adottare questo mezzo ammazza-libertà. Se non si adegua alle regole, molto probabilmente verrebbe bannato dagli store Apple e Google, proprio come accaduto a Parler (vedi articoli).
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Si parla molto di censura in questo periodo e il fenomeno ormai non mi sconvolge più, ma da Telegram mi sarei aspettata una resistenza maggiore dato che il proprietario Pavel Durov è un tipo che non manifesta tanta paura verso i consore del web.
In reatà, per evitare problemi di esclusione dagli store Android ed iPhone, Telegram ha “appesantito” il sistema delle segnalazioni, in modo che, dopo un certo numero di feedback negativi, il post o il canale segnalato venga “punito”.
“Fortunatamente” la censura per adesso riguarda solo i singoli post che vengono eliminati lasciando ancora attivi i canali. E proprio da uno dei tanti canali di informazione libera che seguo costantemente, ho apreso la notizia che da qualche settimana alcuni post vengono contrassegnati con il seguente messaggio:
This message couldn’t be displayed on your device because it violates the Telegram Terms of service.
Che tradotto sarebbe, “Questo messaggio non può essere visualizzato sul tuo dispositivo perché vìola i Termini di servizio di Telegram”.
Telegram difficilmente verrà eliminato dagli Store e senza dubbio no potrà mai esser buttato giù in quanto il proprietario ha da tempo provveduto ad affidarsi ad un servizio hosting sicuro, non come quello di Amazon che ha sbattuto via Parler. Lo stesso Parler tuttavia, il social network nato come alternativa libera a Twitter, dovrebbe tornare online alla fine di questo mese (vedi articolo).
Non ci resta che incroviare le dita e sperare che le cose migliorino al più presto 🤞.
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