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Il registro dei domini indaga sui danni causati dalla pirateria in Spagna

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Un’ordinanza del tribunale, ottenuta da LaLiga e Telefonica, ha spinto gli Internet Service Provider (ISP) spagnoli a implementare un blocco su larga scala delle dirette streaming di eventi sportivi piratati. Queste misure colpiscono in particolare l’infrastruttura condivisa di Cloudflare, sollevando preoccupazioni tra intermediari terzi per i frequenti casi di overblocking, ovvero blocchi che coinvolgono anche siti e servizi legittimi. Il registro dei domini catalani (.cat), gestito dalla Fondazione PuntCAT, sta monitorando attivamente la situazione e valuta possibili azioni legali per tutelare i propri utenti.

Eccesso di blocchi: un problema crescente in Italia e Spagna

Negli ultimi mesi, Italia e Spagna hanno visto un aumento delle segnalazioni di blocchi eccessivi legati alla lotta contro la pirateria online. I titolari dei diritti, come LaLiga, hanno spinto per misure più aggressive, che si sono rivelate efficaci contro i contenuti illeciti, ma hanno anche causato danni collaterali significativi.

In Italia, lo “Scudo antipirateria” ha inavvertitamente bloccato l’accesso a servizi legittimi come Google Drive, provider CDN e altri siti non correlati alla pirateria. In Spagna, il conflitto tra LaLiga e Cloudflare ha reso l’overblocking una prassi comune, con siti innocenti coinvolti nei filtri applicati dagli ISP.

Questo scenario ha generato tensioni crescenti. Da un lato, le grandi aziende tecnologiche chiedono un approccio più equilibrato per proteggere gli utenti e i servizi legittimi. Dall’altro, alcuni titolari dei diritti insistono sulla necessità di blocchi più ampi per contrastare la pirateria. Nel frattempo, i tentativi di trovare un compromesso sembrano fermi in un limbo.

Il registro .cat entra in scena

Un nuovo attore ha recentemente attirato l’attenzione in questo dibattito: la Fondazione PuntCAT, che gestisce il dominio di primo livello .cat, dedicato alla promozione dell’identità culturale catalana. Tra i suoi utenti figura anche il celebre FC Barcelona, capolista de LaLiga, il cui dominio (FCBarcelona.cat) non utilizza Cloudflare e non è stato coinvolto nei blocchi.

Tuttavia, altri domini .cat hanno subito restrizioni ingiustificate. La Fondazione PuntCAT ha ricevuto segnalazioni da diversi clienti i cui siti, privi di qualsiasi legame con la pirateria o il calcio, sono stati bloccati dagli ISP spagnoli durante le partite de LaLiga. In risposta, il registro ha avviato un’indagine approfondita, scoprendo che 2.294 domini .cat utilizzano Cloudflare come proxy per migliorare sicurezza e accessibilità.

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Un’email di allerta ai clienti

PuntCAT ha informato tutti i clienti che utilizzano Cloudflare tramite un’email, avvertendoli di possibili blocchi futuri. “Nelle ultime settimane, alcuni titolari di domini .cat ci hanno segnalato che l’accesso ai loro siti, privi di qualsiasi collegamento con le trasmissioni delle partite de LaLiga, è stato limitato”, si legge nel messaggio. Il registro ha inoltre reso noto sul proprio sito che, solo a febbraio, i blocchi hanno colpito siti con oltre 400.000 visitatori.

Monitoraggio attivo e possibili azioni legali

Pur non essendo direttamente coinvolto nella disputa, PuntCAT ha deciso di adottare un ruolo proattivo. Il registro monitora in tempo reale i domini .cat per individuare episodi di overblocking e valutare contromisure. “Se questi blocchi indebiti fossero confermati, ci impegniamo ad agire con decisione per garantire la qualità del servizio offerto ai nostri utenti, riservandoci il diritto di intraprendere azioni legali e rappresentare collettivamente i titolari dei domini colpiti”, ha dichiarato la Fondazione.

Per ora, nessuna azione legale è stata avviata, ma la posizione di PuntCAT evidenzia un problema più ampio: le misure anti-pirateria stanno avendo un impatto significativo sull’ecosistema digitale, coinvolgendo anche registri di domini accreditati dall’ICANN.

Un problema globale con implicazioni locali

L’inasprirsi delle misure di blocco arriva in un momento critico, mentre gli Stati Uniti stanno valutando una propria legislazione per il blocco dei siti web. Organizzazioni come l’Electronic Frontier Foundation (EFF) potrebbero sfruttare casi come quelli di Italia e Spagna per evidenziare i rischi di un approccio troppo aggressivo, che può degenerare in una spirale di restrizioni incontrollate.

La situazione rimane fluida, con un delicato equilibrio tra la tutela dei diritti d’autore e la protezione dei servizi legittimi. Mentre LaLiga e altri titolari dei diritti proseguono la loro battaglia contro la pirateria, il caso del registro .cat dimostra che le conseguenze delle loro azioni si ripercuotono ben oltre i confini del calcio, toccando l’intera infrastruttura di Internet.

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