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Piracy Shield 2.0: un nuovo tentativo destinato al fallimento?

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Dopo le numerose criticità emerse nella prima versione, Agcom si prepara a lanciare una nuova ed evoluta piattaforma di contrasto alla pirateria online. A confermarlo è stato il commissario Agcom Massimiliano Capitanio, intervenuto al Festival della Serie A di Parma.

I problemi del Piracy Shield originale

Piracy Shield, progetto lanciato un anno fa e sviluppato da Studio Previti su donazione della Lega Serie A, si è rivelato inadeguato a gestire il volume di segnalazioni e il numero di operatori accreditati. Ciò ha causato numerosi problemi tecnici e “timeout” insostenibili.

In arrivo la versione 2.0

Per risolvere queste criticità, Agcom sta lavorando a una nuova versione del Piracy Shield, denominata “Piracy Shield 2.0“. Questa piattaforma riparte dalle basi di quella precedente, ma sarà una soluzione più efficiente e in grado di far fronte all’attuale mole di dati. Il lancio è previsto entro la fine dell’anno.

Un problema culturale più ampio

Secondo Capitanio, la pirateria non è solo una questione tecnica, ma anche un problema culturale radicato. Basti pensare che recentemente sono stati diffusi su Telegram 360 milioni di email e password di utenti che frequentavano siti illeciti per ottenere contenuti piratati.

Le nuove sanzioni: anche per gli utenti finali

Per contrastare questo fenomeno, Agcom sta lavorando a un nuovo protocollo con Guardia di Finanza e Procure. L’obiettivo è introdurre sanzioni anche per gli utenti finali, da 150 a 500 euro, oltre alle azioni contro le piattaforme. Il commissario ha citato il caso del tribunale di Barcellona, che ha obbligato a consegnare la lista di chi frequentava siti pirata.

Il ruolo del prezzo degli abbonamenti

Capitanio non entra nel merito dei costi degli abbonamenti, che molti utenti ritengono essere la vera causa della pirateria. Tuttavia, sottolinea come vengano piratati anche contenuti a basso prezzo, come libri. Questo dimostra che il problema va oltre la semplice accessibilità economica.

Con l’arrivo di Piracy Shield 2.0 e l’inasprimento delle sanzioni, Agcom sembra determinata a dare una risposta concreta al problema della pirateria online. Ma resta da vedere se questa nuova iniziativa riuscirà dove la precedente versione ha fallito.

Il mio parere

Il fallimento di Piracy Shield qui su GuruHiTech lo abbiamo annunciato fin dal primo momento e dubito fortemente che la nuova versione possa avere successo. Quella che viene vista come una lotta alla pirateria rischia di diventare una barzelletta dalle proporzioni titaniche. Non solo le promesse non sono state mantenute, ma Agcom sembra aver dimostrato di non poter arginare un fiume in piena come quello dello streaming illegale. E a mio modo di vedere le cose, dopo il primo fallimento di Piracy Shield e il repentino aumento dei prezzi da parte di DAZN (e TimVision), ho motivo di credere che la pirateria subirà una forte impennata.

Eppure una soluzione ci sarebbe

Ma anziché spendere milioni di euro in pubblicità ridicole e piattaforme non funzionanti, non sarebbe più semplice abbassare i prezzi? Se ogni anno DAZN e compagnia bella aggiungono un rincaro ai loro farciti pacchetti, come possono pretendere che gli utenti non si ribellino? Inoltre, se per vedere le partite di Serie A e Champions League, gli utenti devono abbonarsi a DAZN, Sky e Amazon Prime Video, non è logico che una buona parte di essi, consideri l’opzione di non pagare un bel niente?

Dai, siamo sinceri, in Italia molte famiglie stentano ad arrivare a fine mese. In quanti si possono permettersi il lusso di pagare tutti questi abbonamenti?

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