Inventato un modo per ricaricare i dispositivi dal calore “latente”

I ricercatori dell’Università di Tokyo sono stati in grado di estrarre elettricità dal cosiddetto “calore di scarto” – l’energia che si genera quando le sostanze passano da uno stato di aggregazione all’altro. Per farlo, hanno utilizzato il polimero PNIPAM, che si dissolve in acqua quando questa viene raffreddata al di sotto di una certa temperatura o si “condensa” quando viene riscaldata al di sopra di una determinata soglia per la solubilità.

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Anche le variazioni di temperatura più piccole possono essere utilizzate per amplificare seriamente l’effetto termoelettrico, poiché durante il passaggio di fase l’energia viene emessa o assorbita. I ricercatori giapponesi hanno creato un polimero PNIPAM in grado di subire il passaggio di fase. Una piccola quantità di energia del passaggio di fase primario, come nel processo di condensazione dell’acqua in un condizionatore d’aria, avvia un processo a valanga di condensazione del polimero, moltiplicando la produzione di calore e aumentando il lavoro dell’elemento termoelettrico.

Il processo avviato aumenta il cosiddetto coefficiente di Seebeck – la misura dell’efficienza del termoelemento – fino a +2,1 mV/K. Questo è più del doppio rispetto agli organici già studiati. I ricercatori promettono che grazie a questa scoperta sarà possibile generare energia elettrica raffreddando la stanza server o il motore dell’auto.

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