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Smartphone e rispetto dell’ambiente: come conciliare le due cose?

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Sono 146 milioni le tonnellate di CO2 generate dai 4,5 miliardi di telefoni nel mondo. Un numero incredibile, che non sembra però impressionare i possessori di smartphone, che continuano a cambiare dispositivo sempre più spesso, senza fare attenzione all’inquinamento e all’impatto ambientale.

Come ridurre le emissioni

Numeri che arrivano dal rapporto Digital Green Evolution di Deloitte, che ha analizzato i livelli di inquinamento raggiunti nel 2022. Secondo lo studio, l’83% delle emissioni prodotte deriva dalla fase di costruzione, in quanto per dare vita ai device non solo bisogna estrarre minerali rari in luoghi remoti, ma servono anche combustibili fossili e moltissima acqua. Per quanto riguarda le restanti emissioni, un buon 11% è legato al consumo energetico, mentre il 5% è dovuto alle attività di recupero e ripristino dei dispositivi.

Se l’utilizzo da parte dei produttori di materiali riciclati potrebbe essere un’ottima mossa per la riduzione dell’impatto legato all’estrazione dei materiali, è il prolungamento della vita media dei dispositivi ad essere la vera soluzione del problema.

Sono 146 milioni le tonnellate di CO2 generate dai 4,5 miliardi di telefoni nel mondo

Moltissimi device, infatti, possono funzionare per anni senza la necessità di essere cambiati, nonostante le continue novità e innovazioni introdotte dalle case produttrici. Una scelta intelligente, quindi, sarebbe quella di comprare dispositivi migliori anche se con costo superiore, invece di prendere telefoni a basso prezzo che dopo poco non funzionano più. Se si è indecisi su quale device acquistare, possono tornare molto utili le recensioni online, come quella sui migliori smartphone di fascia media pubblicata da Telefonino.net, che segnala i modelli migliori ad un prezzo abbordabile per gran parte delle persone.

Così, acquistando modelli di buona qualità, si ritarderà quanto più possibile l’acquisto di ulteriori telefoni.

Perché riciclare i propri dispositivi

Secondo un’indagine del WEEE Forum, l’associazione europea che riunisce i consorzi per la gestione dei Raee, il 17% dei dispositivi elettronici nelle case dei cittadini europei non è più utilizzato. Tra telefoni, console di videogiochi, fotocamere, pc e lettori CD, il numero di device abbandonati è sempre più alto.

Questa abitudine è sbagliata non solo perché impedisce la reimmissione dei materiali preziosi nel ciclo produttivo, ma anche perché contribuisce allo spreco di risorse e all’inquinamento, non incentivando poi le nuove attività di business del riciclo. Inoltre, alcuni materiali potrebbero essere dannosi sia per la salute che per l’ambiente.

Per questo motivo negli ultimi anni sono nati molti progetti con la finalità di incentivare il riutilizzo dei prodotti, come l’impianto Romeo (Recovery Of Metals by hydrometallurgy), la cui finalità principale è la separazione di materiali, o il progetto Portent, anch’esso incentrato sul recupero di materiali, ma con un’attenzione particolare ai telefoni.

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