Intel svela un “cervello artificiale” rivoluzionario con 1,15 miliardi di neuroni
Halo Point non è un semplice computer, ma un vero e proprio colosso dell’intelligenza artificiale. Al suo interno racchiude sei rack per processori, ognuno delle dimensioni di un forno a microonde, per un totale di 1152 processori Loihi 2. Questi processori, ispirati al vulcano hawaiano omonimo, si basano sul chipset del nodo di processo Intel 4 e danno vita a un sistema con 1,15 miliardi di neuroni e 128 miliardi di sinapsi. Un vero e proprio universo di potenza computazionale, con ben 140.544 core del processore neuromorfico.
Ma tanta potenza ha un prezzo in termini di consumo energetico: Halo Point assorbe fino a 2600 W, e per l’elaborazione ausiliaria si affida a 2300 chip Intel x86.
Nonostante queste dimensioni imponenti, Halo Point è in grado di raggiungere prestazioni straordinarie: il throughput totale arriva a 16 petabyte al secondo (PB/s), quello inter-core a 3,5 PB/s e quello inter-chip a 5 TB/s. In termini di operazioni neurali, il sistema può elaborarne oltre 240 trilioni al secondo.
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La potenza di Halo Point si traduce in 20 petaops, un valore che lo rende uno dei sistemi di intelligenza artificiale più potenti al mondo. Secondo i suoi creatori, il sistema è progettato per la formazione continua in tempo reale di applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, nonché per la risoluzione di problemi complessi in ambiti come la logistica, la gestione delle infrastrutture e lo sviluppo di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM).
Nonostante la sua potenza, Halo Point è ancora lontano dal poter replicare le capacità del cervello umano. Si stima che il cervello contenga circa 100 miliardi di neuroni e fino a 500 miliardi di sinapsi, numeri che Halo Point supera solo per quanto riguarda le sinapsi.
Tuttavia, Halo Point rappresenta un passo significativo nello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale sempre più potenti e capaci di affrontare sfide complesse. Il suo potenziale è immenso e apre la strada a nuove possibilità per il futuro dell’IA.
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