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I pensieri diventano parole: una nuova speranza per chi ha perso la voce

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Gli scienziati hanno compiuto un passo straordinario nello sviluppo di una tecnologia capace di convertire i segnali cerebrali in linguaggio sintetizzato. Una scoperta che potrebbe restituire la possibilità di comunicare a chi l’ha persa a causa di ictus, paralisi cerebrale o autismo.

Un team di ricercatori dell’Università della California, guidato dal neurochirurgo Edward Chang, ha portato avanti un esperimento rivoluzionario: una donna paralizzata, che aveva perso la capacità di parlare 18 anni fa, è riuscita a “parlare” di nuovo. Grazie a una rete neurale avanzata, i suoi segnali cerebrali sono stati tradotti in parole udibili attraverso un sistema di sintesi vocale.

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La tecnologia combina impianti neurali e intelligenza artificiale, riuscendo a decodificare l’attività del cervello e a trasformarla in linguaggio naturale. Il tempo di risposta tra pensiero e parola è stato ridotto a circa un secondo, avvicinando sempre di più questo sistema alla fluidità della comunicazione verbale.

Nonostante i progressi impressionanti, la tecnologia presenta ancora dei limiti: al momento non riesce a riprodurre intonazioni ed emozioni nel discorso. Tuttavia, gli scienziati sono ottimisti: l’obiettivo è quello di sviluppare neuroprotesi capaci di restituire tutta la ricchezza della voce umana, compreso il canto.

Un punto fondamentale sottolineato dai ricercatori riguarda l’etica: il sistema è progettato per decodificare solo i pensieri che l’utente intende volontariamente esprimere, proteggendo così la privacy e la libertà individuale.

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