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Parler: John Matze rimosso dal ruolo di CEO

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Matze ha confermato la sua cessazione in un messaggio di testo a Reuters.

Sapevo che non sarebbe stato facile ma confidavo nell’entusiasmo e nella tenacia di John Matze, il CEO di Parler, il social network nato come alternativa senza censura a Twitter ma che come i miei assidui lettori sapranno, è stato raso al suolo dai dittatori del web! 

Parler era un social network scomodo, il preferito di Trump, l’unico a dire il vero su cui gli fosse ancora concesso di parlare. E’ stata proprio la simpatia del presidente degli Stati Uniti ad affossare il social network, considerato troppo pericoloso perché “istigava alla violenza”…

Nonostante le applicazioni mobili di Parler fossero state rimosse dagli store Google ed Apple e poi i server di hosting di Amazon avessero mandato il sito offline, John Matze sembrava fiducioso e aveva promesso che il social sarebbe tornato online prima di quanto potessimo immaginare ossia a fine gennaio. E neanche le minacce di morte sembravano fermare John dal suo epico ritorno nel mondo dei vivo. Di epico infatti c’erano anche i server (Epik) sui quali Parler sarebbe dovuto rinascere. 

John Matze non è più il CEO di Parler

“Il 29 gennaio 2021, il consiglio di amministrazione di Parler controllato da Rebekah Mercer ha deciso di terminare immediatamente la mia posizione di CEO di Parler. Non ho partecipato a questa decisione”, ha detto Matze in un promemoria inviato allo staff di Parler, originariamente riportato da Fox News.

L’azienda non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

Parler (che in francese significa “parlare”), è stato fondato nel 2018 e si è sempre definito uno spazio “guidato dalla libertà di parola”. La piattaforma ha visto una rapida crescita con utenti conservatori che sono diventati frustrati poiché le piattaforme più tradizionali, come Twitter e Facebook, sono state sempre più represse su falsità e disinformazione.

“Sono stato su Parler. È un pozzo nero di razzismo e odio sottilmente velati.”

(Malaika Jabali)

Tuttavia, il sito sta affrontando un futuro incerto dopo essere stato sostanzialmente costretto offline dopo l’attacco del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti. Il suo sito web è stato successivamente abbandonato dalla divisione di cloud hosting di Amazon, mentre Google e Apple avevano anche sospeso Parler dai suoi app store.

Da allora il sito è parzialmente tornato online con l’aiuto di Epik, una società tecnologica di proprietà russa.

Matze, che si descrive come libertario, ha fondato Parler come alternativa alle piattaforme tradizionali ed era considerato la migliore alternativa senza censura a Twitter, ma la simpatia del presidente americano Trump gli è costata cara.

I legislatori statunitensi hanno chiesto all’FBI di indagare sul ruolo di Parler nel facilitare e pianificare l’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti, citando rapporti secondo cui è stato utilizzato per dettagliare minacce violente contro funzionari eletti.

Che sia dovuto a questo il ritardo della riapertura del social network?

Fonte

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