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Piracy Shield 2.0 in dubbio per il 2024: i produttori di TV invitati a bloccare le VPN

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Le speranze di un lancio entro la fine del 2024 di “Piracy Shield 2.0“, il nuovo sistema di contrasto alla pirateria online in Italia, sembrano essere eccessivamente ottimistiche. A soli quattro mesi dalla fine dell’anno, non è stato ancora scelto un fornitore di software per realizzarlo.

Il sistema attuale, “Piracy Shield 1.0“, sta infatti incontrando gravi difficoltà. I blocchi di domini e indirizzi IP precedentemente imposti vengono rimossi per far posto a nuovi, nonostante la legge non preveda alcuna procedura per revocare tali provvedimenti.

Intervenuto al Festival di Serie A, il presidente dell’AGCOM Massimiliano Capitanio ha ammesso i problemi del primo Piracy Shield: “Questa piattaforma che ha svolto molto bene il suo lavoro fino ad oggi soffre del peso di questa massa di dati. La Fase 2 verrà implementata con una nuova piattaforma entro la fine dell’anno, quella attuale verrà ampliata.”

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Tuttavia, emerge il dubbio che Piracy Shield 2.0 non sia ancora realmente in fase di realizzazione. Secondo quanto riportato da La Repubblica, Consip, la società pubblica che si occupa degli appalti, non ha ancora indetto la gara per selezionare un fornitore privato. L’uso del futuro (“indirà una gara”) suggerisce che il progetto potrebbe non essere ancora concretamente avviato.

Intanto, l’AGCOM sembra concentrarsi su un altro fronte: convincere i produttori di smart TV a rimuovere dalle loro piattaforme una specifica app VPN, ritenuta utile per aggirare i blocchi antipirateria. Capitanio ha infatti affermato che l’uso delle VPN agevola “l’intento” di piratare contenuti.

Secondo La Repubblica, l’AGCOM sta valutando la possibilità di obbligare i principali brand di TV connesse a vietare l’installazione di questa app VPN sui loro dispositivi. Una mossa che solleva interrogativi sulla legittimità di tali interventi, visto che le VPN hanno anche numerosi utilizzi leciti.

Mentre il futuro di Piracy Shield 2.0 rimane incerto, l’AGCOM sembra voler intensificare la sua azione contro la pirateria online, anche attraverso il coinvolgimento diretto dei produttori di smart TV. Una strategia che potrebbe sollevare nuove questioni sulla tutela dei diritti degli utenti.

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