Una rivoluzione nella medicina: nasce l’impianto che si dissolve nel corpo

Addio bisturi, bentornata innovazione. Un team di scienziati del NUST MISIS, in collaborazione con altri ricercatori, ha creato una lega biodegradabile rivoluzionaria a base di ferro, capace di dissolversi completamente nell’organismo umano nel giro di uno o due anni. Si tratta di un passo avanti epocale per ortopedia, oncologia e medicina veterinaria, settori che da tempo cercavano alternative ai dispositivi metallici permanenti.
Questa nuova lega è pensata per impianti temporanei che, una volta assolto il loro compito, scompaiono senza lasciare traccia e senza la necessità di un secondo intervento chirurgico. Una svolta non solo in termini tecnologici, ma anche umani: significa meno dolore, meno complicazioni e tempi di recupero più brevi per i pazienti.
Silicio e alta pressione: gli ingredienti chiave per il futuro
Il segreto del successo sta nella combinazione tra composizione chimica e lavorazione fisica. I ricercatori hanno aggiunto una piccola quantità di silicio alla lega di ferro e poi l’hanno sottoposta a una pressione estrema: 60.000 volte superiore a quella atmosferica. Questo processo ha modificato la struttura del materiale, rendendolo più predisposto alla trasformazione martensitica, un fenomeno che ne accelera la degradazione naturale nel corpo.

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Il risultato? Una lega capace di scomparire in modo controllato, senza lasciare residui tossici e senza compromettere la sicurezza del paziente. Finora, la difficoltà maggiore era trovare additivi che fossero sia efficaci che innocui. Ora questa barriera sembra superata.
Un futuro senza secondi interventi
Oggi, nella maggior parte dei casi, le placche e le viti usate in chirurgia devono essere rimosse una volta terminata la fase di guarigione. Ma con la nuova lega del NUST MISIS, quel passaggio potrebbe presto diventare obsoleto. Evitare un secondo ricovero significa ridurre i costi sanitari, i tempi di degenza e i rischi post-operatori.
Gli sviluppatori stanno già progettando i primi prototipi e si preparano a entrare nella fase di test preclinici e clinici, sia su animali che su esseri umani. Se i risultati saranno confermati, questa tecnologia potrebbe trasformare la medicina rigenerativa e diventare un nuovo standard nella chirurgia del futuro.
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