Musk contro Trump: “Stop alla navicella Dragon”. Panico nello spazio USA

Scintille tra Elon Musk e Donald Trump: il miliardario minaccia di fermare l’unica navicella americana diretta alla ISS. Ma poi ci ripensa.
Elon Musk ha scatenato un vero terremoto nel settore spaziale americano minacciando di dismettere la navicella Dragon di SpaceX, il solo mezzo oggi in grado di portare astronauti statunitensi sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il tutto, dopo che Donald Trump ha annunciato l’intenzione di cancellare i contratti federali con le aziende del magnate tech.
Lo scontro, esploso sui social, ha scioccato l’industria spaziale. Ma dopo qualche ora – e un appello pubblico a “calmarsi” – Musk ha fatto dietrofront. Tuttavia, l’incidente solleva domande serie sulla stabilità del programma spaziale USA e sui pericoli di trasformare l’innovazione in campo di battaglia politica.
Tutto inizia con le parole di Trump: “Stop ai fondi per le aziende di Musk”, in polemica con le spese federali. Musk non la prende bene e rilancia con una provocazione choc:
“Allora dismettiamo subito la navicella Dragon.”
Una minaccia che colpisce al cuore la strategia spaziale americana. Senza Dragon, gli USA resterebbero a terra… o peggio, dipendenti dalle capsule russe Soyuz. Un boomerang geopolitico.
Dragon, l’arma (politica) di Musk
La navicella Dragon è nata dal Commercial Crew Program della NASA: un simbolo dell’indipendenza spaziale USA. La sua improvvisa messa in discussione ha fatto tremare Washington e Houston.
Per i critici, Musk ha messo l’interesse personale sopra la sicurezza nazionale. Per i suoi sostenitori, è una risposta alla minaccia governativa.
Ma è davvero solo una mossa strategica o una sfuriata impulsiva?
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Poche ore dopo il tweet infuocato, arriva la ritirata. Un semplice messaggio di un utente – “calmatevi” – sembra bastare per far cambiare idea a Musk, che ritratta tutto e ribadisce l’impegno verso la missione ISS.
Ma il danno è fatto. L’episodio ha rivelato quanto siano fragili i rapporti pubblico-privato nell’era delle superpotenze digitali e delle guerre sui social.
Il rischio geopolitico è reale
Al momento, il Boeing Starliner non è ancora operativo, colpito da continui ritardi e problemi tecnici.
Nel frattempo, Russia e Cina avanzano con decisione nelle loro missioni spaziali. Ogni blocco o incertezza del programma americano rischia di far perdere terreno strategico in una nuova corsa allo spazio.
Esperti e analisti concordano: non si può giocare con le infrastrutture critiche su X (Twitter). Il futuro dell’esplorazione spaziale non può dipendere dall’umore di due uomini potenti.
Musk ha evitato il peggio, ma ha lanciato un segnale pericoloso.
Trump ha usato l’industria spaziale come leva politica.
Entrambi farebbero bene a ricordare che la posta in gioco è molto più grande del loro ego.
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